Guardare in alto è una delle cose più importanti che l’uomo può fare.
Valerio Berruti
Ancora una volta si compone di dieci elementi che, come fotogrammi luminosi, si accendono uno dopo l’altro per poi restare illuminati contemporaneamente per qualche istante, in una sequenza che ricorda le tecniche per realizzare le animazioni, uno dei procedimenti cari a Valerio Berruti.
È proprio la sequenza a fornire all’immagine la mobilità necessaria a evocare i salti di un gioco infantile che si svolge sopra la testa dei passanti, con i quali sembra interagire il profilo del bambino accovacciato.
Lo stesso soggetto è protagonista dell’opera di animazione Udaka, realizzata negli stessi mesi del 2012 per essere proiettata sul lago Nirox, a Johannesburg.
Il lavoro di Valerio Berruti (Alba, 1977) è popolato di figure infantili disegnate con pochi tratti, che trascurano i dettagli per far emergere la semplicità delle forme. A volte rappresentate da sole, queste figure appaiono spesso in gruppi familiari, tanto da indurre il critico Marco Meneguzzo a parlare di “antropologia borghese”, anche per un certo senso di nostalgia che le sue opere suscitano.
Il grande pubblico ha conosciuto Berruti nel 2004 quando, grazie al premio Pagine Bianche d’Autore della Regione Piemonte, una sua opera fu stampata sulla copertina dell’elenco telefonico, ottenendo così una circolazione tanto ampia quanto inusuale per un giovane artista. Nello stesso anno ha vinto la prestigiosa residenza International Studio and Curatorial Program di New York e nel 2009 ha partecipato alla Biennale di Venezia, esponendo poi in gallerie, musei e centri d’arte internazionali.
Il suo immaginario legato all’infanzia, inizialmente espresso con la pittura e il disegno, si è poi sviluppato nella scultura e nel linguaggio cinematografico, con progetti video e installativi come La giostra di Nina (MAXXI, Roma, 2019) per estendersi poi su scala ambientale e urbana, come nel suo recente intervento ad Alba (2022).
Tra le recenti mostre personali dell’artista si segnalano: Art Square - Felissimo Museum di Kobe, Giappone (2021) e Teagan Space di Youyi Bay, nel distretto di Pechino in Cina (2024).
Silvia Maria Sara Cammarata
Collocazione attuale
via Monferrato, Torino
Collocazioni precedenti
nel 2012 in via Accademia delle Scienze; nel 2013 in via Santa Teresa; nel 2014 l’opera è stata richiesta in prestito a Eindhoven (Paesi Bassi); nel 2015 in via Accademia delle Scienze; nel 2016 in Galleria Subalpina; nel 2017 in via Di Nanni; dal 2018 al 2019 in via Giulia di Barolo; dal 2020 al 2021 in via Monferrato; dal 2022 in Galleria Subalpina e dal 2023 al 2025 in via Monferrato.
Specifiche tecniche
Telai in alluminio, rete metallica, microluci led e tubo luminoso a led.