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Coazze, Torino, 1930-2000

Mario Molinari

Concerto di Parole | 1998

Mi sono svegliato pochi minuti fa appoggiandomi a una fila di celestiali parole poste nel cielo fantastico e gentile del mio rigoroso movimento. 

Mario Molinari

Concerto di parole si compone di quattro blocchi di solidi geometrici in polistirolo espanso, dipinti con colori accesi. Massicci nell’aspetto ma leggeri di fatto, accompagnati in alcune edizioni da festoni in forma di triangoli e omini stilizzati, questi solidi sono il punto di incontro di una ricerca che fonde rigore e fantasia. 

Convinto assertore di un’arte di facile comprensione per tutti, Mario Molinari ha adottato il linguaggio immediato e familiare della geometria e dei colori primari e secondari, guadagnandosi l’appellativo di “scultore del colore”, come recita la targa che la Città di Torino gli ha dedicato nei pressi della sua casa-studio di via Saluzzo. Un po’ totem, un po’ costruzioni giocattolo sovradimensionate, i solidi di Concerto di parole guardano, come ha scritto Francesco Fanelli, al secondo futurismo e segnatamente all’opera di Fortunato Depero. 

Mario Molinari (Coazze, Torino, 1930-2000) ha esordito negli anni Sessanta e, allievo di Raffaele Ponte Corvo, con lui e altri artisti come Abacuc, Alessandri e Colombotto Rosso è stato tra i fondatori del gruppo torinese neo-surrealista Surfanta. Ha realizzato inizialmente sculture di rame dall’aspetto antropomorfo, per poi dedicarsi a sperimentazioni su plexiglas e legno e approdare infine alle grandi installazioni in cemento, dai colori squillanti, spesso destinate a spazi pubblici. Concerto di parole è stata infatti riconfigurata in cemento in forma permanente dal 2022, in un’area verde prospiciente l’Ospedale pediatrico Regina Margherita. 

Dopo l’esordio nel 1967 alla galleria Gian Ferrari di Milano, Molinari ha esposto in gallerie italiane e straniere e nel 2004 la Fondazione Peano di Cuneo gli ha dedicato una mostra retrospettiva.  

Silvia Maria Sara Cammarata

Collocazione attuale

Piazzale Polonia, Torino.

Collocazione precedente

nel 1998 in piazza e via Madama Cristina; nel 1999 in via Chiesa della Salute; dal 2000 al 2001 in piazza Galimberti; nel 2002 l’opera è stata richiesta in prestito a Sauze d’Oulx, Cesana, Sansicario, Sestriere, Claviere (Torino); nel 2003 l’opera è stata richiesta in prestito a Bardonecchia, Claviere e Pragelato (Torino); dal 2005 al 2008 ai Giardini Reali, viale dei Partigiani; nel 2010 ai Giardini Reali; nel 2011 nella stazione di Torino Porta Nuova, corso Vittorio Emanuele II; nel 2012 l’opera è stata richiesta in prestito a Buccino (Salerno); dal 2017 al 2018 ai Giardini Reali; dal 2022 ad oggi nell’aiuola di fronte all’Ospedale pediatrico Regina Margherita, piazza Polonia.

Specifiche tecniche

Blocchi di polistirolo espanso verniciati, tiranti in fil di ferro e faretti.  

Rifatta nel 2022, struttura portante in travatura d’acciaio, rivestimento in lamiera di acciaio verniciata, proiettori a led.