Il mio desiderio è che l’arte appaia più spesso nella vita quotidiana. Che si incontri l’arte non solo in maniera frontale, come al museo, ma in modo più casuale e forse anche più inatteso. L’elemento della fruizione aggiunge una dimensione ulteriore all’opera, e questo in uno spazio pubblico può diventare un fattore intenzionalmente disorientante - un’opera e un oggetto funzionale possono sembrare concetti contrastanti.
Tobias Rehberger
Con My Noon, letteralmente “Il mio mezzogiorno”, Tobias Rehberger ha realizzato un orologio formato da elementi luminosi quali cerchi bianchi, linee inclinate rosse e linee verticali bianche che corrispondono rispettivamente a ore, frazioni di dieci minuti e minuti. Contando gli elementi accesi è dunque possibile sapere che ore sono.
A partire dai suoi esordi negli anni Novanta, la ricerca di Rehberger ha affrontato i temi della percezione e della consapevolezza, della temporalità e del senso di transitorietà, della discontinuità e dell’ambiguità. L’opera torinese si configura come un lavoro concettuale sulla percezione del tempo, ulteriormente potenziato, nelle intenzioni dell’artista, dalla collocazione vicino a palazzi o monumenti storici.
Tra gli artisti tedeschi più affermati della sua generazione, Tobias Rehberger (Esslingen am Neckar, 1966) si è formato alla Städelschule di Francoforte, dove ora insegna. Ha sperimentato diversi linguaggi espressivi, dalla scultura al video, dalla pittura murale all’installazione, e ha esposto in sedi prestigiose come la Whitechapel Gallery di Londra, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il Museum Ludwig di Colonia o il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid. Si è spesso distinto per una rilettura ironica e dissacrante del paradigma modernista, al quale pure resta in certa misura legato. Al mondo delle avanguardie storiche si riferiscono alcune sue installazioni come Was du liebst, bringt dich auch zum Weinen (Ciò che si ama fa anche piangere), un’opera in forma di spazio sociale, la caffetteria del Padiglione Centrale della Biennale di Venezia, tuttora in uso, che gli è valso il Leone d’Oro alla Biennale del 2009.
Tra le mostre personali in Italia e all’estero si segnalano: Stedelijk Museum, Amsterdam (2008); Museum Ludwig, Colonia (2015); Museum of Contemporary Art Busan, Busan (2018); Rockbund Art Museum, Shanghai (2019); Haus am Waldsee, Berlino (2019); Kunstmuseum Stuttgart, Stoccarda (2022); YUELAI Art Museum, Chongqing, Cina (2023) e Platform L, Corea del Sud (2024).
Silvia Maria Sara Cammarata
Collocazione attuale
piazza Arbarello, Torino.
Collocazioni precedenti
nel 2010 in piazza Castello; nel 2011 in piazza Carignano; nel 2012 in piazza Bodoni; nel 2013 in piazza Carignano; dal 2014 al 2015 in piazza Palazzo di Città; nel 2016 alal stazione di Torino Porta Nuova, corso Vittorio Emanuele II; nel 2017 al piazzale Chiribiri; dal 2018 al 2019 alla Scuola elementare Carlo Collodi, via Gianelli; dal 2020 al 2021 all’Istituto Comprensivo King-Mila Torino, via Germonio, 12; nel 2022 in piazza Bodoni; dal 2023 ad oggi in piazza Arbarello.
Specifiche tecniche
Acciaio e tubo luminoso a led su base in acciaio rivestita in pietra, centralina di comando computerizzata.