Luci d'Artista Torino
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Boulogne-Billancourt, 1938

Daniel Buren

Tappeto Volante | 1999

L’effetto è quello di un grande tappeto sospeso al di sopra delle teste dei passanti, ma la sua caratteristica principale è quella di essere visibile sia di giorno che di notte. La differenza tra le due situazioni incide evidentemente sul carattere dell’installazione, però in questo modo l’opera, concepita per illuminare la notte, sembra continuare a vivere anche quando si spegne la corrente elettrica. 

Daniel Buren

Il Tappeto volante è composto da 1536 lanterne cubiche di plexiglas, parzialmente colorate di rosso o blu alternati al bianco, nelle strisce di 8,7 centimetri che caratterizzano tutte le opere di Daniel Buren, a prescindere dalla grandezza e dal luogo per cui vengono concepite. In alcune edizioni passate di Luci d’Artista, Tappeto volante era stata allestita altrove nel centro cittadino, e in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 è stata modificata sostituendo il verde al blu per celebrare i colori della bandiera italiana.   

Dal 1965 Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, 1938) ha abbandonato le tradizionali tecniche pittoriche per dedicarsi a una ricerca minimalista e concettuale. Da allora utilizza la striscia: un segno volutamente banale e anonimo che evita elementi soggettivi e si configura come un atto radicale: uno strumento visuale che permette a chi osserva di non concentrarsi solo sull’oggetto, ma sul rapporto che esso intrattiene con il luogo che lo ospita. L’opera diventa così un segnale d’attenzione verso il contesto. 

Daniel Buren è uno degli artisti contemporanei più apprezzati a livello internazionale, insignito già nel 1986 del Leone d’Oro alla carriera della Biennale di Venezia. La sua rigorosa ricerca si sviluppa su supporti diversi e su scala ambientale con interventi nello spazio pubblico e opere permanenti come l’installazione nella corte d’onore del Palais Royal di Parigi, con duecentosessanta colonne ottagonali che si estendono anche nel sottosuolo o, in Piemonte, le centoventisei bandiere fluttuanti che dialogano con il paesaggio dalle terrazze della Fondazione Zegna di Trivero, nel biellese. Le sue opere sono nelle collezioni dei più importanti musei del mondo. Nel 2007 ha ricevuto il Praemium Imperiale per la Pittura dalla Japan Art Association e nel 2024 il Premio Internacional de Mecenazgo conferito dalla Fondazione Callia di Spagna.  

Alcune delle maggiori istituzioni francesi come Palais de Tokyo, Centre George Pompidou e Fondation Vuitton sono luoghi di suoi interventi e tra le numerose mostre personali di Daniel Buren in Italia e all’estero si segnalano: Stedelijk Museum, Amsterdam, Olanda (1976); Van Abbemuseum, Eindhoven, Olanda (1976); PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea, Milano (1979); Detroit Institute of Arts Museum, Detroit, USA (1981); Brooklyn Art Museum, New York, USA (1988); Kunstmuseum Bonn, Germania (1995); San Francisco Museum of Modern Art, USA (2003); Guggenheim Museum, New York, USA (2005); Madre, Napoli (2015) 

Silvia Maria Sara Cammarata

Collocazione attuale

Piazza Palazzo di Città, Torino

Collocazioni precedenti

nel 1999 piazza Palazzo di Città; nel 2000 in piazza Solferino; dal 2001 al 2003 in piazzetta Mollino; nel 2004 in piazza Palazzo di Città; nel 2005 in piazza Palazzo di Città (colori della bandiera italiana, verde, bianco e rosso, in occasione delle Olimpiadi Invernali a Torino); dal 2006 al 2009 in piazza Palazzo di Città; dal 2010 al 2011 in piazza Palazzo di Città (colori della bandiera italiana, verde, bianco e rosso, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia); dal 2012 al 2013 in piazza Palazzo di Città; nel 2014 l’opera è stata richiesta in prestito a Firenze; dal 2016 al 2021 in piazza Palazzo di Città, nel 2022 l’opera è stata restaurata e perciò non allestita, dal 2023 al 2025 in Piazza Palazzo di Città.

Specifiche tecniche

Cavi e telai in acciaio, lanterne cubiche in plexiglas, pellicola adesiva.