La storia è una narrazione sceneggiata, una realtà virtuale vissuta attraverso il visore dell'archeologia. La figura che indossa un capitello ionico come visore VR sta fuori da un contesto monumentale, guardando la nostra realtà come se fosse un'esperienza virtuale. Lo è?
Andreas Angelidakis
Un gigante fatto di luce è atterrato a Torino. Una silhouette umana, stilizzata, sul cui capo sembra sovrapporsi un capitello ionico (forse una moderna cariatide? un minotauro?), si staglia vigorosa alludendo all’iconografia della statuaria classica, greca e romana. La Luce ideata dall’artista Andreas Angelidakis richiama l’immagine di un atleta ed è stata realizzata per l’occasione dei FISU World University Games Winter in programma nel mese di gennaio 2025 a Torino e in Piemonte. Angelidakis da sempre attinge immagini, spunti, ispirazioni, storie e aneddoti dalla Grecia classica, rendendoli strumenti e metafore per riflettere sul nostro presente e i nostri modi di vivere. Il titolo VR Man lascia immaginare come il capitello, posizionato all’altezza degli occhi, possa essere al tempo stesso un visore per la realtà virtuale. È evidente il riferimento ai giochi olimpici e alla disciplina atletica dell’antichità, quando il corpo non veniva mai disgiunto dalla mente, dallo spirito e dall’attività intellettuale. Andreas Angelidakis si definisce un architetto che non costruisce. Nelle sue opere utilizza installazioni, sculture, video, elaborazioni digitali, testi e nuove tecnologie per indagare lo spazio in cui arte e architettura si sovrappongono.
Antonio Grulli, curatore di Luci d’Artista
Collocazione attuale
Piazza Vittorio Veneto, angolo lungo Po Cadorna. Fino al 23 gennaio 2025
Specifiche tecniche
Telaio in acciaio, tubo luminoso a led
Questa presentazione di VR Man (2024) è stata realizzata con il sostegno di Torino 2025 FISU World University Games Winter e Audemars Piguet Contemporary, committente del progetto dell’artista Center for the Critical Appreciation of Antiquity (2022).
Video, 6:23
"Preview for a public sculpture" di Andreas Angelidakis